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Il nostro microbioma cutaneo influenza l’età che dimostriamo?

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Un nuovo studio condotto dagli scienziati di Unilever approfondisce l’affascinante relazione tra il microbioma cutaneo e l’aspetto dell’invecchiamento precoce, rivelando informazioni che potrebbero guidare lo sviluppo di innovativi prodotti skincare.

Donna con maglione arancione, in piedi in un prato fiorito con cielo azzurro e muretto a secco sullo sfondo.

Ti è mai capitato di indovinare l’età di qualcuno basandoti sul suo aspetto, per poi scoprire che era molto più giovane di quanto pensassi?

Spesso c’è una differenza evidente tra l’età che una persona dimostra e la sua età reale (cronologica), a causa di caratteristiche come rughe, alterazioni della pigmentazione e perdita di tono cutaneo.

Questa differenza è legata al naturale declino delle funzioni fisiologiche, come ormoni e metabolismo cellulare. È influenzata anche da fattori ambientali e dallo stile di vita, come l’esposizione ai raggi UV e l’inquinamento.

Un nuovo studio degli scienziati Unilever, pubblicato sul British Journal of Dermatology, rivela che il microbioma cutaneo – una comunità diversificata di microrganismi che vivono sulla superficie della pelle – potrebbe essere un elemento importante nel processo di invecchiamento e quindi nel nostro aspetto.

“Abbiamo scoperto che i cambiamenti nella composizione del microbioma cutaneo e nel modo in cui i suoi membri interagiscono tra loro sono associati alle caratteristiche fisiologiche dell’invecchiamento accelerato”, spiega la dott.ssa Cheri Chu, Microbiome Science Leader, Unilever Global R&D.

“Gli individui che appaiono più vecchi della loro età cronologica tendono ad avere una maggiore diversità del microbioma, con livelli più alti di alcuni batteri e più bassi di altri, e una rete microbica più fragile. Crediamo che questi squilibri microbici possano influenzare la salute della pelle, contribuendo ai segni visibili dell’invecchiamento.”

Invecchiamento precoce vs invecchiamento ritardato

In questa ricerca, i nostri scienziati hanno esplorato il legame tra microbioma cutaneo e aspetto dell’invecchiamento confrontando persone della stessa età, alcune con caratteristiche di invecchiamento precoce e altre con invecchiamento ritardato.

Abbiamo scoperto differenze significative nei due gruppi. In particolare, abbiamo osservato una maggiore abbondanza di un batterio chiamato Acinetobacter in coloro che mostravano invecchiamento precoce.

Abbiamo inoltre rilevato che la comunità microbica – o rete – nel gruppo con invecchiamento precoce era più fragile. Al contrario, chi mostrava invecchiamento ritardato aveva una comunità microbica più resiliente e stabile, il che può suggerire che la loro pelle sia meglio attrezzata per affrontare stress ambientali e fisiologici.

“Si può paragonare a un giardino ben curato, con piante diversificate e interconnesse, rispetto a un giardino trascurato, con chiazze sparse e isolate di vegetazione”, spiega Cheri. “Il giardino ben curato è più resistente a parassiti e cambiamenti ambientali, mentre quello trascurato è più vulnerabile alle infestazioni e a una cattiva salute.”

Puntare sul microbioma cutaneo per migliorare la salute della pelle

Come parte dello studio, abbiamo esaminato come i prodotti skincare possano influenzare l’aspetto dell’invecchiamento. Abbiamo dato ai partecipanti con caratteristiche di invecchiamento precoce un prodotto topico contenente retinyl propionato[a] da applicare per quattro settimane.

I risultati sono stati notevoli.

Il prodotto non solo ha migliorato la fisiologia cutanea legata all’età, ma ha anche modulato il microbioma, avvicinandone la composizione a quella degli individui con invecchiamento ritardato.

È la prima volta che questo effetto di modulazione viene dimostrato, suggerendo che tali prodotti possono non solo migliorare l’aspetto e la sensazione della pelle, ma anche influenzare i biomarcatori microbici dell’invecchiamento.

Sebbene questa tecnologia di prodotto sia già disponibile da tempo, questo aspetto della ricerca ci fornisce una nuova comprensione di come possa essere utilizzata.

Cheri aggiunge: “Le nostre scoperte svelano il potenziale ruolo del microbioma cutaneo nell’aspetto dell’invecchiamento precoce e gettano le basi per lo sviluppo futuro di strategie anti-ageing basate sul microbioma. In altre parole, prodotti che mirano al microbioma per migliorare l’aspetto della pelle e rafforzarne la salute complessiva.”

[a]

Il retinyl propionato, un derivato della vitamina A, è un ingrediente comune nei prodotti skincare anti-ageing. Stimola la produzione di collagene, contribuendo a ridurre le linee sottili e le rughe e migliorando l’elasticità della pelle.


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