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COP30: Unilever chiede ai governi di favorire la crescita sostenibile delle imprese

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In occasione della conferenza di Belém, in Brasile, Hannah Hislop e Andrés González di Unilever discutono di come piani climatici nazionali più solidi possano sostenere le priorità delle imprese.

Foto aerea della foresta pluviale, modificata in modo che un lago assuma la forma del Brasile, accanto alle parole COP30 Brasil Amazônia

Il successo di Unilever dipende da catene di fornitura resilienti, protette dalle instabilità climatiche. Abbiamo parlato con Hannah Hislop, Head of Sustainability – Climate, e Andrés González, Head of Brazil e General Manager Beauty & Wellbeing LATAM, che si trovano a Belém, in Brasile, per la COP30, per capire cosa Unilever stia chiedendo ai governi in materia di clima e perché questo momento sia cruciale.

Ritratti di Hannah e Andrés
Hannah Hislop, Head of Sustainability – Climate, e Andrés González, Head of Brazil e General Manager, Beauty & Wellbeing LATAM
Perché è importante per Unilever essere alla COP30?

Hannah Hislop: Il cambiamento climatico rappresenta un rischio significativo per la nostra attività, in particolare attraverso le interruzioni delle catene di fornitura dovute a eventi estremi come inondazioni o siccità.

Le Nazioni Unite hanno avvertito che, sebbene l’aumento della temperatura globale supererà inevitabilmente 1,5°C, c’è ancora la possibilità di invertire questa tendenza.

La COP rimane il processo multilaterale più importante per affrontare il collasso climatico.

Con i Paesi chiamati a presentare3 NDC aggiornati – i piani climatici nazionali – alla COP30, questo è il momento in cui una maggiore ambizione nazionale può ridurre la probabilità dei peggiori scenari climatici.

Queste roadmap definiscono come ogni Paese può raggiungere i propri obiettivi climatici fino al 2035.

Unilever è a Belém per promuovere politiche che incoraggino le imprese a investire in soluzioni climatiche lungo le proprie catene del valore globali, contribuendo così alla decarbonizzazione dei Paesi.

Andrés González: Mi incoraggia il fatto che la COP si tenga in Brasile, dove sappiamo che la natura rappresenta una risorsa fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico.

Dal mantenimento di filiere prive di deforestazione per le materie prime a rischio, al cambiamento dei metodi di coltivazione dei nostri ingredienti, le soluzioni basate sulla natura sono una parte essenziale del nostro Climate Action Transition Plan – CTAP.

Una parte del ruolo di Unilever alla COP è quindi mettere in evidenza queste soluzioni.

Su invito del Ministero brasiliano dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico, stiamo guidando un panel alla COP30 sull’agricoltura rigenerativa, un metodo agricolo che punta a ridurre le emissioni, rafforzare la resilienza climatica e sostenere la natura.

In collaborazione con CJ Selecta, stiamo implementando la coltivazione rigenerativa della soia su 45.000 ettari entro il 2030, coprendo così dal 70% al 90% della soia utilizzata nella produzione della maionese Hellmann’s in Brasile.

Condividendo le nostre azioni e le lezioni apprese, speriamo di contribuire a un cambiamento trasformativo per l’intero settore.

Cosa permetterebbero di ottenere piani climatici nazionali più solidi per Unilever?

HH: Piani NDC più forti e politiche climatiche ambiziose aiuteranno Unilever a progredire verso i propri obiettivi climatici, continuando a far crescere il business.

Questi piani guideranno come e dove Unilever investirà nelle soluzioni climatiche attraverso il nostro Climate & Nature Fund — ha senso concentrare questi investimenti nei mercati in cui le condizioni sono più favorevoli.

Guidati dal nostro CTAP, chiediamo inoltre ai governi di definire un prezzo efficace per il carbonio, triplicare la capacità globale di energia rinnovabile, eliminare gradualmente i combustibili fossili e incentivare la trasformazione dell’industria chimica.

Tutto ciò contribuirà a ridurre le emissioni energetiche e industriali nelle nostre catene di fornitura.

Cosa sta facendo Unilever per superare le principali barriere ai progressi climatici?

HH: La maggior parte delle nostre emissioni proviene dalle materie prime e il nostro problema principale è trovare ingredienti alternativi a basse emissioni che siano accessibili e disponibili su scala commerciale.

Gli ingredienti e le materie prime chimiche di origine fossile incidono in modo significativo sulla nostra impronta di carbonio nei principali mercati Home Care, poiché sono usati in molti prodotti per il bucato e la pulizia.

Stiamo collaborando con partner e fornitori per individuare alternative di origine biologica e costruendo coalizioni per promuovere cambiamenti a livello di settore, che gradualmente riducano i costi e rendano queste alternative scalabili.

Sappiamo che affrontare il cambiamento climatico avrà un impatto finanziario dovuto ai costi di transizione, ma crediamo che esista un forte business case per agire subito.

Politiche, regolamenti e strumenti di mercato favorevoli sono il punto di partenza per costruire un’azione collettiva.

Se i governi riusciranno ad applicarli in modo equo e diffuso, contribuiranno ad attrarre talenti, stimolare l’innovazione e investire in soluzioni compatibili con un mondo net zero.

In quali ambiti stiamo già facendo progressi con le soluzioni climatiche?

AG: Il nostro lavoro sull’energia rinnovabile è un ottimo esempio.

Oltre l’80% dell’energia utilizzata da Unilever in Brasile proviene già da fonti rinnovabili come biometano, biomassa e rifiuti organici.

Questo contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo globale di Unilever di ridurre del 100% le emissioni operative entro il 2030 (rispetto al 2015), sostenendo al contempo l’ambizione del NDC brasiliano di espandere l’uso dei biocarburanti.

HH: Stiamo anche aiutando i partner strategici ad accelerare il loro passaggio alle energie rinnovabili.

Un Power Purchase Agreement (PPA) firmato di recente in India fornirà elettricità rinnovabile a prezzo fisso e competitivo a dieci produttori collaborativi e fabbriche Unilever.

Grazie a politiche governative favorevoli, l’accordo ridurrà le emissioni e taglierà i nostri costi elettrici di circa il 25% rispetto alle tariffe di rete in un arco di 20 anni.

Prevediamo di estendere ulteriormente questo modello in futuro attraverso il nostro Supplier Climate Programme.

Perché un’azione climatica più rapida è una priorità aziendale?

AG: Il cambiamento climatico è una realtà urgente che richiede un’azione coordinata e rapida.

Gli impatti sempre più intensi del cambiamento climatico stanno già colpendo le comunità e le catene di fornitura.

HH: A Unilever restano cinque anni per raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni.

Chiedendo politiche che creino condizioni eque di concorrenza e accelerino l’azione climatica, vogliamo ridurre i rischi della transizione, avvicinandoci al net zero senza compromettere la competitività dell’azienda.

Ma per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno che i governi e le industrie all’interno e oltre la nostra catena del valore si muovano insieme a noi.

Ed è proprio qui che il processo della COP resta fondamentale.

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