Coltivare il futuro con una tecnologia rivoluzionaria
L’idea alla base di questa collaborazione è quella di creare una "coltura del futuro" capace di generare una biomassa significativa da cui ricavare oli vegetali più sostenibili. La vera innovazione è che l’olio non sarà estratto solo dai semi o dai frutti, come accade tradizionalmente con oli come quello di girasole o di colza, ma verrà ricavato dall’intera pianta, inclusi foglie e steli.
Nufarm ha già sviluppato con successo la "canna energetica", una varietà di canna da zucchero particolarmente sostenibile, che produce una quantità molto maggiore di materia vegetale e zucchero rispetto alle varietà tradizionali. Grazie ai recenti progressi nella biotecnologia, ora puntiamo a fare un passo ulteriore: creare una nuova varietà di canna energetica in grado di produrre anche oli derivati dalla biomassa.
Ridurre la dipendenza dal petrolio e promuovere la sostenibilità
Se questa tecnologia si dimostrerà efficace, potrebbe ridurre drasticamente la nostra dipendenza dagli ingredienti di origine petrolchimica. Sarebbe infatti la prima volta che una coltura a biomassa viene ottimizzata per produrre oli vegetali destinati all’uso nei prodotti di largo consumo.
La canna energetica, nella sua versione attuale, è già un esempio di coltura sostenibile. Offre una resistenza maggiore alle condizioni climatiche avverse, tollera meglio la siccità e contribuisce a proteggere il suolo dall’erosione. Inoltre, porta vantaggi significativi agli agricoltori, semplificando il processo di raccolta e riducendo l’impatto ambientale complessivo. Con questa nuova varietà, puntiamo a mantenere e migliorare queste caratteristiche, contribuendo al contempo alla riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) legate alla produzione degli ingredienti.
Massimizzare l’utilizzo della pianta: nessuno spreco
L’obiettivo del progetto non è solo quello di ottenere oli sostenibili, ma anche di sfruttare ogni parte della pianta. Oltre a produrre oli, la nuova canna energetica continuerà a generare zucchero, che potrebbe essere utilizzato in altri processi biotecnologici per creare ingredienti specializzati come fragranze ed enzimi. Stiamo anche esplorando la possibilità di utilizzare le fibre residue della pianta per produrre carta e cartone da imballaggio, massimizzando così il potenziale della coltura.
“Continuando a investire nella biotecnologia, vogliamo scoprire tutto il potere della natura e costruire una filiera più sostenibile e diversificata,” ha spiegato Neil Parry, responsabile della biotecnologia di Unilever. “Questa collaborazione ci permette di individuare ingredienti alternativi per i nostri prodotti per la casa, la cura personale e la bellezza, sostenendo il nostro obiettivo di raggiungere zero emissioni nette lungo tutta la nostra filiera entro il 2039.”
Perché è un passo così importante per il futuro
Le materie prime e gli ingredienti che utilizziamo rappresentano circa il 52% delle emissioni di gas serra lungo la nostra filiera, costituendo la principale fonte di impatto ambientale.[a] Questo progetto non è solo un esercizio di innovazione tecnologica, ma un passo concreto per affrontare uno dei principali fattori di emissione e costruire un futuro più sostenibile.
Nella prima fase del progetto, ci concentreremo principalmente sulla ricerca e lo sviluppo, per perfezionare le tecnologie necessarie e garantire che questa nuova coltura possa essere coltivata e utilizzata su larga scala.
Con questa iniziativa, Unilever dimostra ancora una volta che, attraverso la biotecnologia, possiamo ripensare il modo in cui produciamo i beni di consumo, trovando soluzioni che rispettano sia il pianeta che le persone. Il progetto è una promessa di cambiamento, con l’obiettivo di trasformare il nostro settore e contribuire a un futuro più verde per tutti.