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Unilever: leader nella lotta alle emissioni nella supply chain

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Il CDP, piattaforma no-profit globale di rendicontazione ambientale, ha identificato Unilever come azienda leader a livello globale per il suo impegno contro il carbonio e il cambiamento climatico nella supply chain.

A Unilever supply truck

Unilever appartiene a quel 2%, su 3.300 aziende, ad essersi aggiudicato un posto nella leader board stilata dal CDP. Ciò dimostra i nostri sforzi volti a ridurre le emissioni e i rischi legati al clima nella nostra supply chain dello scorso anno. Quest’ultimo riconoscimento, in particolare, significa che Unilever è l’unica azienda ad aver ottenuto la votazione “A” in tutti e quattro i programmi CDP, grazie ai risultati ottenuti nel 2017 su clima, acqua e foreste.

Come afferma Marc Engel, Chief Supply Chain Officer di Unilever, “Il CDP ci aiuta a comprendere meglio qual è il nostro impatto, quali iniziative abbiano intrapreso i fornitori principali per ridurre le emissioni associate a beni e servizi, e a scoprire nuove opportunità di collaborazione. Trasparenza e reporting sono fondamentali per instaurare fiducia tra i consumatori, i clienti, le comunità in cui operiamo, le nostre persone e i nostri investitori.”

La leadership sul clima stimola la crescita

Unilever è una delle aziende che sta ricoprendo un ruolo guida in quest’ambito. Quest’anno, il Supplier Engagement leader board del CDP ha premiato 58 organizzazioni – il doppio rispetto al 2017 – tra cui la Bank of America, Kellogg Company e Nestlé, come riporta il CDP Global Supply Chain Report 2018 “Closing the Gap: Scaling up sustainable supply chain practices”.

Il report rivela che la leadership sul clima stimola la crescita, poiché sta aumentano la consapevolezza su rischi e opportunità legati al cambiamento climatico nella supply chain. Più di tre-quarti (76%) dei fornitori nel CDP hanno identificato alcuni rischi e più della metà (52%) riportano di aver integrato il cambiamento climatico nella propria strategia di business.

FID - CDP wind farm
Il CDP ci aiuta a comprendere meglio qual è il nostro impatto e a scoprire nuove opportunità di collaborazione. Marc Engel

Si può ottenere ancora di più

Avere un impatto positivo offre molteplici opportunità. Secondo il CDP, in tutto il mondo i fornitori hanno riportato una riduzione di diossido di carbonio pari a più di 550 milioni di tonnellate – maggiore del totale delle emissioni del Brasile del 2016 e un aumento rispetto ai 434 milioni di tonnellate di due anni fa. Ciò significa che c’è un vantaggio sia finanziario che economico. Riducendo le emissioni, i fornitori hanno risparmiato 14 miliardi di dollari.

Tuttavia, ciò rappresenta solo una parte di quello che potrebbe essere ottenuto se tutti coloro che operano ad ogni livello della supply chain si impegnassero nella riduzione delle emissioni. Al momento, meno di un quarto (23%) dei rispondenti si sono impegnati con i propri fornitori a ridurre le emissioni. Questo significa che alcuni si stanno perdendo opportunità di business e di risparmio.

In Unilever, abbiamo iniziato ad esaminare le numerose informazioni fornite dal CDP per comprendere quali sono le emissioni associate ai nostri prodotti nella supply chain. Ciò ci sta permettendo di capire, in particolare, dove e come potremmo lavorare con i fornitori per ridurre le emissioni, i costi e i rischi.

L'impatto delle grandi aziende

Il CDP fa leva sul potere di investitori e acquirenti per motivare le aziende a scoprire qual è il proprio impatto sull’ambiente e a gestirlo. Come membro del programma CDP relativo alla supply chain, Unilever è una delle 99 aziende con un potere d’acquisto di più di 33 trilioni di dollari impegnata a lavorare con i propri fornitori e affrontare i rischi legati a clima, acqua e foreste nella propria supply chain.

Il dialogo a Davos sul commercio internazionale e il Global Risks Report 2018, pubblicato di recente dal World Economic Forum- mette in luce il ruolo fondamentale della supply chain nelle sfide ambientali. Questo è di particolare importanza perché le emissioni di gas serra nella supply chain sono in media 4 volte maggiori di quelle dirette.

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